Jazz Variations

2010
 

Domani incontri - Agili messaggeri - Un sorriso imprevisto - Salotti letterari - Gelido febbraio - Affollate solitudini - Tranquilla nostalgia - Ricerca inquieta - Specchiati sembianti -

Due passi in compagnia di me - Alle prime luci dell'alba - L'attesa continua... Addendum: Quartetto per archi n°1 Allegro - Largo - Vivace.

 

Formazione 

Gianmario Liuni (Piano), Marco Ricci (Basso Elettrico Fretless, Contrabbasso), Alessio Pacifico (Batteria)

Quartetto d'archi del Teatro La Fenice: Roberto Baraldi (Violino I), Gianaldo Tatone (Violino II), Daniel Formentelli (Viola), Emanuele Silvestri (Violoncello)

 

Composizioni originali e arrangiamenti: Gianmario Liuni

 

Cesano Boscone (MI) - 27,28,29,30 aprile 2010

Advice Music CDAMH028


PRESENTAZIONE

 

Banalmente si può osservare che ogni variazione comporta permanenza. La variazione è variazione di un qualcosa che vuole allo stesso tempo mutare e tuttavia permanere sotto nuova veste. Proprio per questo, chi come me si appresta a farvi ascoltare delle variazioni, è convinto che il fulcro originale tematico sia così vitale da non dover essere abbandonato in fretta.

Mi sono accorto che un tema come quello di “Domani incontri” meritava, nella semplicità della linea melodica così come nella coerenza della struttura armonica, di essere investigato, scandagliato a fondo, perché si potesse raccoglierne tutto il succo vitale. Certo già l'improvvisazione rappresenta, all'interno di un brano, l'esigenza di espandere il significato del tema dato attraverso variazione e permanenza, ma in questo caso ho avvertito che bisognava procedere oltre nella composizione di nuove situazioni, anche molto lontane tra loro, che in qualche modo evidenziassero le potenzialità dell'origine.

Ma ascoltiamo i singoli brani. Inizialmente il lento tema originario in Fa diesis minore, “Domani incontri”, viene dapprima esposto in maniera essenziale e poi con polifonia a tre voci. Da qui le variazioni di cui la prima, “Agili messaggeri”, cambia atmosfera con un metronomo più veloce e un ritmo decisamente funkeggiante. “Un sorriso imprevisto”, vira la ritmica da binaria in ternaria, con apertura improvvisativa su altra struttura armonica (il “sorriso imprevisto”), in modo maggiore di contrasto e al doppio del metronomo. “Salotti letterari” è formata da arpeggi ascendenti e discendenti in cui le note tematiche fungono da punti estremi di riferimento, quasi dei pioli o “turning points”. “Gelido Febbraio” con “Specchiati sembianti”, costruito su due scale a simmetria centrale, non fanno parte delle variazioni ma sono stati scelti per la loro pertinenza al contesto.

“Affollate solitudini” e “Ricerca inquieta” rappresentano lo spostamento in chiave modale degli intervalli tematici arricchiti da fioriture melodiche. “Tranquilla nostalgia” tratta ed espone il tema nel tono relativo maggiore, mentre “Due passi in compagnia di me” riporta la melodia in tempo ternario applicandole procedimenti di inversione. In fine “Alle prima luci dell'alba” gioca liberamente con la melodia originale, mentre “L'attesa continua…” la ripropone, a conclusione del ciclo, in maniera esatta ma riarmonizzata quasi “a sezioni” e spezzata con ritornelli al suo interno. Fin qui le indicazioni di tipo formale; per quanto riguarda i contenuti, lascio all'ascoltatore il compito interpretativo che gli spetta, con il precario ma allusivo suggerimento dei titoli delle composizioni.

Al mio fianco in questo progetto ho chiamato al basso elettrico Marco Ricci, che ringrazio vivamente per un accompagnamento sempre preciso e rilassato, così come per le superbe improvvisazioni che segnano un ulteriore degno sviluppo delle singole variazioni. Ringrazio Alessio Pacifico, che alla batteria esprime sempre grande finezza interpretativa e creatività, così come per i suoi consigli nell'arrangiamento ritmico dei brani, che rivelano gusto ed esperienza. Colgo anche l'occasione per esprimergli tutta la mia simpatia per la divertente ironia con cui allieta prove e sessioni di studio.

Un ringraziamento particolare va a Marco Iannelli, che ha seguito l'iter creativo delle variazioni con fecondi consigli e con poundiano fervore spingendomi a “tendere al difficile”. Lo ringrazio anche per avermi presentato il Quartetto d'archi del Teatro La Fenice che ha poi seguito nelle fasi di registrazione e per la puntuale assistenza in fase di mixaggio.

L'idea di inserire degli archi nell'arrangiamento delle variazioni è nata in fase di composizione ma l'opportunità di avere a disposizione strumentisti così eccezionali come quelli del Teatro La Fenice, mi ha spronato a cimentarmi nell'insolita composizione di due quartetti per archi di cui il primo viene qui presentato come addendum all'opera.

Di questo vi invito a porre attenzione alla parte centrale del terzo tempo, dove troverete l'ormai famigliare tema di “Domani incontri”, quasi come un'eco a chiusura di tutto il lavoro.

Ringrazio di cuore Roberto Baraldi, Gianaldo Tatone, Daniel Formentelli ed Emanuele Silvestri, i musicisti del Quartetto d'archi del Teatro La Fenice, sia per la loro umanamente gradevole simpatia che per la loro straordinaria professionalità. Lavorare con loro è stata per me motivo di grande onore e una splendida lezione di musica.

Gianmario Liuni


RECENSIONE

 

 

Avvezzo a lavori concettualmente originali (ricordiamo tra gli altri Il soggetto è il mare e Conversation with Africa), Gianmario Liuni presenta stavolta un lavoro di variazioni per trio pianistico jazz e quartetto d'archi. Già la composizione della formazione e il tipo di programma annunciano la cifra stilistica, che fonde ispirazioni classiche e jazz, come già altre volte fatto da Liuni. Il tema di partenza, come nella tradizione classica, viene esposto nella prima traccia, per poi essere ripresentato con tempi, ritmi, armonie e modi diversi, ma anche arricchito da altri temi che vi si intrecciano e variato dalla differenziazione della formazione, ora il trio - nel quale incide che Ricci usi il contrabbasso o il basso elettrico - ora il quartetto, ora le due formazioni contemporaneamente - che spiccano in una delle tracce più belle, "Tranquilla nostalgia".

Le atmosfere sono anch'esse assai diverse l'una dall'altra e, da questo punto di vista, i titoli dei brani sono sufficientemente descrittivi del clima che si incontra in ciascuno. Rimane sullo sfondo un forte lirismo e uno spirito narrativo di derivazione classica, caratteristico dello stile di Liuni, che è presente anche in quei brani in cui prevale la componente jazzistica.

A rafforzare l'identità formale del lavoro, le ultime tre tracce costituiscono una composizione classica per quartetto d'archi, che conserva però al suo interno un riferimento al tema delle variazioni.

Complessivamente, il lavoro è apprezzabile per singolarità, qualità realizzativa e fruibilità. E - come altri di Liuni - rappresenta un modo sobrio ma elegante e personale di mediare tra il mondo della classica e quello del jazz.

Neri Pollastri (All About Jazz Italia)